venerdì 30 maggio 2008

Yukio Mishima: l'ultimo Samurai

"Ora testimonieremo l'esistenza di un valore superiore all'attaccamento alla vita. Questo valore non è la libertà! Non è la democrazia! E' il Giappone! E' il Giappone, il Paese della storia e delle tradizioni che amiamo. Non c'è nessuno tra voi che desideri morire per sbattere il proprio corpo contro quella Costituzione che ha evirato il Giappone? Se c'è, che sorga e muoia con noi! Abbiamo intrapreso questa azione spinti dall'ardente desiderio che voi, che avete uno spirito puro, possiate tornare ad essere veri uomini, veri samurai!"
Con queste parole il grande Yukio Mishima, considerato il maggiore scrittore dell'epoca, si apprestava a compiere l'estremo sacrificio:
il 25 Novembre 1970, assieme ad altri 4 aderenti dell'associazione Tate-No-Kai ("Società degli scudi"), occupava l'ufficio del generale Mashita dell'esercito di autodifesa. Il loro piano era di rapire il generale e di far sollevare l'esercito contro il Governo.
Indossando l'uniforme imperiale, e con la fronte stretta dal hachimaki (la fascia portata anche dai Kamikaze), si rivolse ai soldati adunati nel cortile, esortandoli a rimanere fedeli all'Imperatore, alla tradizione e alla Patria. Fallito questo tentativo Mishina intonò il canto funebre e praticò il Seppuku (taglio del ventre Tradizionale), abbandonando la vita terrena.

video tributo a Yukio Mishima

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