giovedì 1 maggio 2008

AHMADINEJAD: BIOGRAFIA DI UN RIVOLUZIONARIO

28 OTTOBRE 1956: nasce nel villaggio di Aradan, da famiglia povera (il padre era un fabbro), e fin da piccolo si trasferisce con la famiglia nella capitale Teheran.


1979: L’Iran vive la sua prima Rivoluzione Islamica, guidata dall’Ayatollah Khomeini; Ahmadinejad condivide idealmente e partecipa personalmente a tale rivoluzione, essendo il capo rappresentante dello IUST alle riunioni studentesche con l’Ayatollah

1980-1988: Durante la guerra Iran-Iraq, partecipa con il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche, prendendo parte all’attacco della città irachena di Kirkuk.

1986: Riceve la laurea in Ingegneria Civile; ciò gli permette di diventare insegnante di tale disciplina all’interno dell’Università Iraniana della Scienza e Tecnologia della capitale.

1993-1997: Inizia la carriera politica, diventando governatore delle nuove province di Ardabil.

3 Maggio 2003: Viene eletto sindaco di Teheran ; esercita la sua carica con una forte predisposizione al sociale ed alla difesa delle classi più povere, attirando numerosi consensi tra la popolazione e mettendo le basi per la sua futura elezione a Presidente. Nel 2004 accoglie, tra l’entusiasmo della gente, il primo ministro venezuelano Chavez, da quel giorno parte fra i due un proficuo rapporto di stima, che influenzerà in seguito le scelte politiche delle due Nazioni.

24 Giugno 2005: Dopo aver rinunciato alla carica di sindaco di Teheran, viene eletto, con il 61% dei consensi, Presidente dell’Iran al secondo turno delle elezioni presidenziali.

Ottobre 2005: promuove la conferenza internazionale “Il mondo senza sionismo”, invitando in Iran esperti e storici da ogni parte del mondo (molti non si presentano per protestare contro tale iniziativa), ed aprofitta dell’occasione per scagliarsi duramente contro il governo (non contro lo Stato) israeliano, riprendendo e risaltando l’avversione tra i due Paesi, iniziata fin dal 1979 con Khomeini. Le sue parole scatenano un putiferio, inducendo l’allora Primo Ministro israeliano Sharon a chiedere l’espulsione dell’Iran dall’Onu, e trovano la netta condanna dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza

24 Settembre 2007: in un clima di netta contestazione, Ahmadinejad tiene un discorso davanti agli studenti americani della Columbia University, ribadendo le sue posizioni contrarie alla politica anti-palestinese di Israele, rivendicando il diritto al nucleare per scopo civile e pacifico, respingendo con sdegno le accuse di aver “tagliato” nel suo Paese i diritti alle donne, difendendo la legge iraniana che prevede la pena di morte per i reati più gravi. La platea si divide tra fischi ed applausi, mentre fuori molti contestatori manifestano la contrarietà alla sua presenza con metodi non proprio pacifici.


I punti cardine del programma che hanno portato Ahmadinejad al trionfo in Iran, sono da ricercare nel suo passato semplice e nella sua forte difesa delle classi meno ricche durante gli anni precedenti; al suo passato di grande moralità ed integrità religiosa, che lo ha fatto apparire come una persona incorruttibile.
Uno dei suoi principali intenti, purtroppo ancora incompiuto, è la volontà di operare per una redistribuzione della ricchezza proveniente dallo sfruttamento del petrolio.
E’ stato inoltre l’unico candidato a schierarsi apertamente contro gli Stati Uniti, lo strapotere di Israele sul Medio Oriente, ed alcuni regolamenti iniqui delle Nazioni Unite, tra cui il diritto di veto riservato ai cinque stati principali.
Ha rilanciato il nucleare per uso civile, vedendolo come la principale alternativa al petrolio per dare nuovo sviluppo all’industria ed all’economia iraniana, arrogandosi nient’altro che il diritto a fare per la sua Nazione, ciò che i governi di svariati Paesi del mondo (tra cui la, a noi vicina, Francia) già attuano da tempo.
Non ha mai negato di essere un fervente nazionalista, ed uno strenuo difensore della sua religione di stato (l’Islam), pur nel rispetto delle minoranze che continuano a godere di libertà di culto e pellegrinaggio senza alcuna discriminazione interna, e continuano ad avere rappresentanti in Parlamento. Tanto per smentire le accuse di antisemitismo, vanno citati gli oltre 25.000 cittadini di religione ebraica che vivono da decenni in territorio iraniano senza alcun problema di integrazione nè restrizioni sulle loro libertà personali.
Ha infine migliorato i rapporti con gli stati della regione mediorientale, aprendo ad essi le frontiere per una più libera circolazione delle persone e delle merci, ed ha intrattenuto fin da subito rapporti di grande stima e collaborazione con tutti i Paesi (Russia, Venezuela, Palestina, ma anche Giappone ed altri paesi dell’America Latina) che tentano di opporsi alla globalizzazione ed al pensiero unico dominante, e non si piegano ad assecondare gli interessi dei poteri forti mondialisti.

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