lunedì 7 dicembre 2009

IL "SOCIALISMO NAZIONALE" DI LUKASHENKO




Quando, pochi giorni fa, Silvio Berlusconi si è recato in visita ufficiale in Bielorussia, unico rappresentante occidentale dell'ultimo decennio ad azzardarsi a fare una cosa simile, lo sconcerto è stato grande. Quasi più da parte dei suoi sostenitori che da parte degli oppositori.

"Ma come, lui non odia i comunisti? Perchè rende omaggio a Lukashenko?" la domanda comune.
La risposta non potrebbe essere più semplice: il comunismo non esiste più, è stato seppellito dalla storia, dai suoi stessi errori.

Lukashenko, presidente della Bielorussia, è uno dei principali esponenti di quel "nuovo fronte internazionale" che non ha timore di schierarsi apertamente contro il sistema finto-democratico atlantista.
E che sta prendendo forza negli ultimi mesi, con gli USA in piena crisi economica, l'Europa e l'Estremo Oriente che pagano a caro prezzo il loro servilismo sessantennale....e di fare continuamente gli interessi degli Stati Uniti senza più ricevere benefici di ritorno, stanno iniziando lentamente a stancarsi.

Putin, Ahmadinejad, Chavez, Al-Asad, Lukashenko......personaggi di estrazione politica, religiosa e sociale totalmente differenti l'uno dall'altro. Quali sono i punti che hanno in comune?

Il primo: sono, ognuno alla sua maniera, fortemente nazionalisti. Fanno politica per il loro popolo, senza tanti giri di parole, e dimostrano con i fatti che della tanto decantata globalizzazione si può fare a meno, comodamente.

Secondo punto in comune: in barba al buonismo democratico, alla moderazione conservatrice, alla paura occidentale che non consente mai di prendere decisioni forti, sono riusciti a costruire, con mezzi del tutto democratici, governi con ampio potere decisionale, quasi inattaccabili per l'assoluta fiducia di cui godono in patria.

Lukashenko è un ex-comunista, non l'ha mai negato ed anzi, formalmente il suo governo si ispira ancora al socialismo filo-sovietico.....il nostalgismo nella Russia Bianca fa ancora proseliti, e allora perchè non aprofittarne?
C'era cascata anche l'estrema sinistra italiana, che ha sempre difeso il premier bielorusso dalle accuse a stelle e strisce, sognando attraverso la sua figura il ritorno dell'amata Unione Sovietica.
In questi giorni però, vista l'amicizia col Berlusca, molti di loro si stanno affrettando a smarcarsi dal personaggio, iniziano anch'essi a parlare di dittatura, di libertà negate, gli voltano le spalle.
Che ottusità, che incoerenza! Ma non importa, anzi è meglio così.

Lukashenko è a capo della Bielorussia da 15 anni; ad ogni elezione ha aumentato i consensi, oggi sopra l'80% (ovviamente per UE ed USA è tutto falsato da brogli, ci mancherebbe! Non vi ricordano qualcosa queste accuse? Forse l'Iran qualche mese fa?).

Lasciamo parlare i dati ufficiali, al di là della propaganda:
- oggi la Bielorussia è un paese quasi autarchico, le importazioni arrivano unicamente dalla Russia di Putin (con cui si è costituita un'alleanza perfetta ed inossidabile); fa tranquillamente a meno degli sfarzosi ed inutili comportamenti consumistici occidentali, senza per questo vivere in carestia;
- il livello di disoccupazione è tra i più bassi d'Europa, inferiore al 2%
- non esistono enormi differenze tra classi sociali, non c'è chi fa vita da nababbo ma neppure chi muore di fame (si veda in questo l'enorme differenza con l'economia capitalista, ma anche col comunismo);
- la corruzione nell'apparato pubblico e statale è pressochè inesistente;
- l'indice di criminalità è drasticamente inferiore rispetto a quello delle altre repubbliche ex-sovietiche, questo è dovuto soprattutto ad una politica da "tolleranza zero" in tema di immigrazione (le frontiere non sono colabrodo come nel resto d'Europa, al contrario vi è un controllo rigoroso degli ospiti stranieri, e trasferirsi in Bielorussia anche solo per una vacanza necessita di un visto speciale);
- il costo della vita è basso, anche questo favorisce lo sviluppo economico, ed è fondamentale per ridare forza ai ceti sociali meno abbienti;
- i servizi sociali funzionano, la rete di trasporto pubblico è moderna ed in continua espansione, e nonostante la spesa pubblica sia rimasta molto alta proprio per far fronte ai servizi, il debito pubblico è tutt'altro che preoccupante.

Cosa si dovrebbe pretendere di più da un governante? Perchè Lukashenko è sotto continuo attacco dei media occidentali, gli Stati Uniti neppure riconoscono il suo governo, la Bielorussia è continuamente sotto minaccia di sanzioni economiche?

Ma soprattutto, oggi, siamo ancora cocciutamente ed ostinatamente convinti che sia giusto rinunciare ad avere una persona forte al comando di una Nazione, un Cesare davvero fedele al suo popolo, che sa cosa fare per il bene della sua gente.....per difendere una tanto proclamata "democrazia", che altro non è che il governo di una lobby oligarchica e tecnocratica (sia essa di destra o di sinistra) che fa il bene soltanto della sua cerchia di amicizie e domina unicamente in asservimento al Dio denaro?

La risposta migliore credo la si trovi in alcune delle più contestate dichiarazioni di Lukashenko:
"L'Unione Europea? Non è un insieme di democraziea, ma uno zoo.
È una mia caratteristica uno stile di governo autoritario, e io l’ho sempre ammesso....un governante ha bisogno di tenere il proprio Paese sotto controllo, e la cosa più importante è quella di non mandare in rovina la vita della gente."

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