martedì 6 agosto 2013

6 Agosto 1945: la strage di Hiroshima


6 Agosto 1945, ore 2 e 45

Il Colonnello Tibbets inizia a dare gas ai motori: il bombardiere B-29, ribattezzato “Enola Gay”, inizia a rullare sulla pista della base di Tinian, nell’Arcipelago delle Marianne. A bordo si trova un equipaggio composto da dodici persone, ed una speciale bomba avente un diametro di 80 centimetri ed una lunghezza di tre metri e trenta, ribattezzata “Little Boy”.
La seconda guerra mondiale sta volgendo al termine: dopo la capitolazione dell’RSI e della Germania, l’unica nazione che ancora resiste agli Alleati rimane il Giappone. Le città vengono bombardate e le risorse scarseggiano sempre più, ma il popolo del Sol Levante continua a resistere senza piegarsi, con un eroismo che trova la sua massima espressione con l’operazione “Vento Divino” (nella lingua nipponica, “Kamikaze”). L’operazione per invadere e far capitolare il Giappone richiederebbe, secondo le previsioni, l’impiego di almeno 1,3 milioni di uomini. Considerando la resistenza estrema fatta dai giapponesi nelle isole vicine alla madrepatria, le perdite americane si attesterebbero in circa mezzo milione di uomini: uno sforzo troppo elevato per essere giustificato di fronte alla popolazione americana. L’alternativa è l’utilizzo di una nuova micidiale arma che dimostri ai giapponesi e ai futuri nemici la potenza degli Stati Uniti d’America.
Alle 7 e 30 “Little Boy” viene innescata; tre quarti d’ora dopo viene lasciata cadere, da quasi 10 mila metri di altezza, sulla città giapponese di Hiroshima, una delle poche a non aver subito bombardamenti; giunta ad un’altezza di circa 600 metri dal suolo si innesca il processo di fissione nucleare nei 63 chilogrammi di uranio 235 presenti al suo interno: in un battito di ciglia migliaia di uomini, donne e bambini vengono disintegrate dal sole artificiale che si viene a creare. I più sfortunati periranno successivamente, dopo incredibili sofferenze, per opera delle mutilazioni, delle ustioni o delle radiazioni che subiranno. Il conto totale dei morti ammonta ad oltre 100 mila innocenti. Per anni le conseguenze della radioattività continueranno a manifestarsi sui superstiti e sui nuovi nati.
Il 9 agosto il massacro si ripete sulla città di Nagasaki, attraverso una bomba al plutonio.
Il 14 Agosto l’Imperatore Hiro Hito annuncia la resa del Giappone.
La Seconda Guerra Mondiale si conclude: coloro che al confronto sul terreno di battaglia preferirono i bombardamenti sulla popolazione civile (in Europa come in Giappone), escono vincitori e si autodefinisono “liberatori” ed esportatori di democrazia.

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