Riporto questa lettera. Buona Lettura Carlo
LETTERA DAL CARCERE (17 Aprile 1981)
Caro papà,
la tua lettera, la nostra lettera, mi ha fatto capire appieno cosa sia la famiglia e, in particolare, la nostra famiglia. L’amore che mi volete, che vi voglio, l’ho capito solo leggendo quelle righe. Questa esperienza è servita, papà, e credimi non rimpiango il momento in cui ho varcato la soglia del Campone come pensavo avrei fatto stando fuori. L’unica cosa che veramente mi fa male è il pensiero del dolore che voi, mia famiglia meravigliosa, state provando per causa mia. Però, papà, questa esperienza mi è servita moltissimo. Innanzitutto per quanto ti ho scritto sopra; in secondo luogo perché ci dà modo di verificare i veri amici, la gente su cui contare, che vale; in terzo luogo perché qui è un’autentica scuola di vita e…..di dolore. Non mio, stai tranquillo, ma altrui. Quante cose sto capendo e verificando! Io mi scopro giorno dopo giorno tranquillo, sicuro, convinto delle mie Idee, dei miei Valori, che sono poi i nostri Valori. Convinto sempre di più della giustezza della nostra battaglia, che combattiamo (certo) commettendo degli errori: siamo uomini, e come tali sbagliamo. L’importante è capire quando e se si sbaglia, e io cerco sempre di farlo. Non ho perso, caro papà, l’abitudine che voi mi avete aiutato a prendere, di fare, la sera, l’esame di coscienza. E ogni volta mi confesso a Dio, gli chiedo di starmi vicino, di aiutarmi a non sbagliare più. Ma per quanto riguarda ciò che è accaduto, ti prego di farti e farvi leggere la lettera che ho scritto all’Andreina, lettera che esprime abbastanza bene ciò che penso. Tu, papà, devi essere forte, fortissimo. Vorrei trasferirti la forza, la sicurezza, la tranquillità che io ho in questi momenti. Non straziarti, non devi. Devi dimostrare a tutti che questa infamia che stanno perpetrando ai nostri danni non ci piega, non ci abbatte: è quello che vorrebbero, è quello che sperano. Questa esperienza non ha fatto che temprarmi maggiormente, che convincermi ancor di più che si deve lottare per cambiare, papà. Saremmo dei traditori, innanzitutto di noi stessi, se per questa brutta esperienza mollassimo, lasciassimo campo libero agli altri. E ogni lettera dei miei camerati che mi arriva è un incitamento a continuare. Il carcere mi è scivolato sopra come un getto d’acqua, non mi ha intaccato né scalfito. Sono come prima, più di prima. Si, papà, io ti sono sempre vicino, a te e a tutta la nostra famiglia, mamma e Monica. Non è una grata a separaci: e questo non lo dico come frase fatta, lo sento veramente. Sentilo tu, sentitelo voi. Non piangete, non c’è motivo, trova in te stesso la forza per non farlo; trovala nella mamma e in Monica; trovala nei moltissimi amici che hanno dimostrato di esserlo veramente; ma trovala soprattutto in me che sto passando serenamente questo periodo, facendo tesoro di questa esperienza. Presto ci ritroveremo uniti anche fisicamente. Qui io sto facendo di tutto per non oziare. Faccio molta ginnastica, gioco a pallone, leggo libri. E scrivo. Per rispondere a tutte le lettere che mi arrivano impiego molte ore; il che vuol dire ginnastica mentale continua. Purtroppo non riesco a studiare, mi ci vuole silenzio assoluto e solitudine, requisiti di cui qui non posso disporre. Oggi è Venerdì Santo e, fra un’ora circa, andrò alla Via Crucis che ci sarà qui in carcere; un modo per stare vicino a Dio e trovare in lui forza e coraggio. Buona Pasqua, caro e amatissimo papà. A te e a tutta la mia, nostra famiglia. Anche da questa disavventura, vedrai, troveremo motivo per maggiore unità e amore. A presto, anche se siete sempre con me.
Nicola
(Esattamente 11 anni dopo, Nicola Pasetto, divenuto nel frattempo avvocato e capogruppo del Movimento Sociale Italiano nel Comune di Verona, venne eletto alla Camera dei Deputati, carica che mantenne fino al 29 Marzo 1997 quando, in piena notte, a causa di un incidente stradale, la sua vita ebbe fine in un campo tra Verona e Vicenza. Nicola Pasetto aveva 36 anni)
Nicola
(Esattamente 11 anni dopo, Nicola Pasetto, divenuto nel frattempo avvocato e capogruppo del Movimento Sociale Italiano nel Comune di Verona, venne eletto alla Camera dei Deputati, carica che mantenne fino al 29 Marzo 1997 quando, in piena notte, a causa di un incidente stradale, la sua vita ebbe fine in un campo tra Verona e Vicenza. Nicola Pasetto aveva 36 anni)
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