lunedì 30 giugno 2008

7 Luglio 1945: eccidio partigiano a Schio

La notte tra il 6 ed il 7 luglio 1945 una ventina di partigiani legati al Partito Comunista e alle ex-Brigate Garibaldi, irruppero nel carcere mandamentale di Schio, disarmando le guardie.
Qui erano incarcerate 99 persone, in attesa di accertamenti, dopo che la guerra era finita da oltre due mesi. I partigiani fecero fuoco sui prigionieri, causando la morte di 54 persone (tra cui 14 donne), ed il ferimento di 17.
I carnefici furono processati, ma non pagarono mai completamente la loro pena grazie all’intervento del Partito Comunista, che oltretutto aiutò alcuni di loro a rifugiarsi nei paesi dell’Est.
Documenti del Commando Alleato ritrovati negli archivi di Washington

Il Generale Dunlop, Governatore Militare Alleato del Veneto, il giorno seguente affermò:
“...È mio dovere dirvi che mai prima d’ora il nome dell’Italia è caduto così in basso....non è libertà, non è civiltà che delle donne vengano allineate contro un muro e colpite al ventre con raffiche di armi automatiche....Confido che il rimorso di questo turpe delitto li tormenterà in eterno e che in giorni migliori la città di Schio ricorderà con vergogna ed orrore questa spaventosa notte...


Domenica 6 Luglio avverrà a Schio la cerimonia di commemorazione delle vittime dell'eccidio e dei caduti della Repubblica Sociale Italiana: partendo dal Sacrario Militare ci si inoltrerà per le vie del centro, per giungere fino al luogo dove erano situate le carceri e dove avvenne il massacro,;quindi si ritornerà al Sacrario.
È inutile ricordare che la giornata è dedicata alla commemorazione dei nostri caduti, e che quindi va vissuta con silenzio e disciplina, senza lo sfoggio di incontestuali bandiere politiche e l'intonazione di inni da stadio.

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