mercoledì 11 giugno 2008

La voce degli spiriti eroici

Yukio Mishima
La voce degli spiriti eroici
SE
92 pagine €10

Pubblicato nel 1966 come opera conclusiva di una trilogia (comprendente inoltre il racconto Patriotismo e il dramma Crisantemi del decimo giorno), è la narrazione di un rito spiritico a cui Mishima partecipò e dove i partecipanti furono messi in contatto con i protagonisti di due degli eventi della recente storia giapponese che più impressionarono e influenzarono la vita e le opere dello scrittore nipponico: la rivolta degli ufficiali del 1936 e l'epopea dei piloti Kamikaze nella Seconda guerra mondiale.
Mishima si trova una sera ad assistere ad un rito dove il cieco medium Kawasaki, guidato dal suono del flauto di pietra del professor Kimura, si mette in contatto con gli spiriti di persone che non c'erano più.
I primi a raccontare la loro storia furono coloro che il 26 febbraio 1936, volendo ristabilire l'autorità dell'Imperatore su ministri e generali corrotti e imbelli, riuscirono ad assassinare due ministri, tra cui Makoto Saito, ammiraglio che rappresentava la tendenza moderata e filoinglese della marina. Fallito il tentativo, gli ufficiali furono imprigionati e giustiziati. La cosa che più li addolorò fu il comportamento dell'Imperatore:
"Quel medesimo giorno, a chi di noi chiese un ordine imperiale che ci consentisse il seppuku, Sua Maestà rispose: 'Se vogliono suicidarsi, lo faciano. Ma noi non glielo ordineremo'. L'odio di Sua Maestà verso di noi non aveva dunque limiti...le pallottole che perforarono le nostre fronti e i nostri cuori furono lordate dalla vergognosa infamia di essere chiamati ribelli. Fu allora che si estinse l'esercito imperiale guidato da Sua Maestà, fu allora che venne sconfitta nell'Impero la grande causa della lealtà".
Poi venne il momento dei piloti kamikaze, definiti come i fratelli minori degli ufficiali giustiziati nel '36, "coloro che nell'incombere della sconfitta tentarono di sollevare l'ultimo Vento Divino del Sacro Arcipelago e offrirono la vita per l'Impero".
Questi dunque fornirono una descrizione della preparazione che subirono in vista del nobile sacrificio, e degli istanti che precedettero il loro schianto sulle navi nemiche: "Per sei mesi ricevemmo un addestramento inteso a trovare il modo più abile, più efficace, più preciso per morire. La morte era sempre davanti ai nostri occhi e, pur essendo ancora vivi, tutti ci consideravamo esseri divini".
Infine gli spiriti terminano fornendo una critica all'Imperatore per l'aver dichiarato che non era di origine divina "Ma in quei momenti, in entrambi quei momenti, Sua maestà fu un essere umano e, in quanto tale, la prima volta annientò lo spirito dell'esercito, la seconda volta lo spirito della nazione".
La seduta e la narrazione terminano con la morte del medium Kawasaki.

La voce degli spiriti eroici è un racconto sconvolgente, che contribuisce in modo decisivo a illuminare il senso del tragico gesto con cui Mishima si tolse arditamente la vita il 25 novembre 1970.

Di seguito vengono riportati alcuni pezzi dell'opera, che evidenziano l'abilità artistica dell'autore:

"Quella notte soffiava un tiepido e umido vento meridionale, insolito per la prima decade di marzo; le persiane chiuse cigolavano e scrosci di pioggia battevano alle finestre"

"È impossibile descrivere a chi non l'ha mai udito il suono del flauto di Kimura. Le sue sublimi vibrazioni mi scuotevano l'animo. Ora il suono pareva limpido, ora si percepiva la presenza di una sorta di caldo, opaco ristagno, come se nel fondo si agitassero pietre preziose, ora sembrava penetrare nello spirito una serena brezza di primavera, ora si aveva l'impressione di scorgere dei pesci e alghe sul fondo di un antico lago..."

"Non avevo mai assistito ad un pianto dirotto così pregno di struggente disperazione. Il kimono bianco del giovane cieco riverso sui tunami s'increspava in numerose pieghe sulle spalle sussultanti, mentre lui si torceva per la sofferenza. Ora posava una guancia sui tatami, ora vi sfregava l'altra, gemendo e singhiozzando"

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