lunedì 25 maggio 2009

Arrivederci Pola...

Come preannunciato noi militanti del Circolo 28 Ottobre, accompagnati da altri Camerati, ci siamo recati ieri in Istria, nella meravigliosa cittadina di Pola.

Partiti alle 6:15, abbiamo fatto tappa prima a Padova e poi a Trieste, dove si sono aggregati gli altri. Decisi fino all'ultimo a non versare l'iniquo pedaggio di 35 euro che le autorità Slovene ci impongono per transitare nella terra che è stata nostra per millenni, giunti al confine italo-sloveno abbiam abbandonato la strada principale (soggetta appunto al pedaggio) per prenderne una "parallela", fino a Capodistria.
La lunga coda che ci attendeva al confine con la Croazia, ha inserito un ritardo nella tabella di marcia. Alla fine siamo arrivati nel capoluogo istriano verso mezzoggiorno. Il clima era caldo ma arieggiato, e la visita della città è andata avanti fino alle 17:00. Numerosi i luoghi d'interesse artistico, come l'Arena eretta sotto l'imperatore Vespasiano, il Tempio di Augusto, la Porta Aurea e quella di Ercole, il teatro romano, il Castello, il Duomo ed il palazzo delle poste, costruito durante il fascismo. Ampia pure l'impronta architettonica lasciata dai veneziani e dagli austriaci, mentre il "patrimonio artistico" introdotto dai croati consiste nel generale degrado a cui sono lasciati questi luoghi, con calcinacci che cadono, baracche con coperture in eternit, e cavi volanti del telefono nel centro della città.
Verso le quattro uno dei presenti ha fornito un ricco ed esaustivo resconto storico di Pola.
Magra consolazione viene dalla buona applicazione del bilinguismo, nonostante la popolazione italiana sia calata dal 90% al 4% in seguito alla pulizia etnica e alle discriminazioni subite dalla fine della guerra.
E' stato comunque piacevole incontrare una coppia di signore settantenni che ci han parlato nella loro lingua istriano, praticamente uguale alla nostra veneta.
Il ritorno è stato anche più traumatico dell'andata, con un'interminabile colonna da alcuni chilometri dal confine tra Croazia e Slovenia, fino a Capodistria.
Il viaggio si è perciò concluso verso la mezzanotte.

Terra rossa,
terra istriana,
terra nostra,
terra italiana!

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