Partiti alle 6:00, siamo giunti a Gallio verso le 8:00. Trovato un comodo parcheggio abbiamo iniziato la nostra camminata verso le 8:30, attraverso il sentiero 850.
Gli zaini erano più grandi e pesanti del solito, dovendo portare con noi tenda, sacco a pelo, ricambi e cibo. Il primo tratto è stato caratterizzato dall'attraversamento di verdi pascoli, dove le mucche pascolavano in tranquillità, interrotto brevemente da qualche tratto boscoso.
Giunti alla Malga Longara, ci siam fermati a chiaccherare con la proprietaria, una signora sui sessant'anni molto cordiale. La malga purtroppo non vendeva formaggio.
Continuando il nostro percorso siamo saliti fino al Monte Baldo, dove c'era un'altra malga chiusa. Il tragitto, poi, ha cambiato fisionomia: i verdi prati hanno ceduto il posto a dei boschi di conifere.
Lungo il sentiero abbiamo fatto una breve pausa alla "fontana degli Alpini", quindi a mezzogiorno siamo giunti in prossimità di malga Fiara: prima abbiam fatto una sosta di un paio d'ore adagiati nel prato, dove abbiamo consumato il riso freddo portato da casa e fatto un pisolino; poi ci siam fermati nella malga a prendere una caffè, a riempire la bottiglia di vino e a prendere mezza forma di formaggio.
Purtroppo i prezzi erano abbastanza alti!
Dalla malga abbiam proseguito attraverso la strada sterrata, dove abbiam incontrato alcuni gruppi a cavallo e molte, troppe, auto!
Giunti in prossimità di "piazza delle saline", siamo proseguiti verso piazzale Lozze. Lungo il tragitto abbiamo incontrato una seconda fontana, dove le scritte di lontani scaglioni ci hanno riportato alla mente l'anno passato facendo la Naja.
Verso le cinque e mezza siamo giunti al bivacco Cecchin, gestito dagli alpini, dove ci siam fermati un'ora e mezza per visitare le trincee, la chiesetta, e per mangiare un boccone e bere qualche "goto de moro".
Chiacchierando col personale volontario abbiamo appreso che le varie sezioni degli Alpini stanno portando avanti un programma di recupero delle trincee dell'Ortigara: nel periodo estivo ogni fine settimana un gruppo di volontari sale sull'altopiano e lavora per liberare le trincee dai detriti e dalla vegetazione di mughi.
Una notizia molto positiva!
Proseguendo per un'altra mezz'ora abbiam quindi trovato uno spazio idoneo dove collocare la tenda, appena sotto alle pendici dell'Ortigara: la luminosità stava calando assieme alla temperatura, mentre l'umidità incominciava a bagnare ogni cosa.
Il pasto serale era costituito dal formaggio acquistato alla Malga Fiara, da spaghetti con tonno e funghi.
Infine verso le nove ci siam coricati, accerchiati dai rumori del bosco e coperti da un mare di stelle.
Alle sei del mattino ci siam risvegliati ed abbiamo consumato una sostanziosa colazione, quindi abbiam smontato la tenda e siam saliti sull'Ortigara.
Alle 7:30 eravamo sulla cima: la pace regnava ovunque in un luogo dove novant'anni prima s'era consumata una delle battaglie più cruente.
Lunghi minuti sono trascorsi mentre cercavamo di immaginare come avveniva la battaglia, com'era sottile allora il filo della vita, come pidocchi e gelo abbiano logorato ancor di più i nostri soldati e quelli austro-ungarici.
Infine abbiamo ripreso la strada del ritorno: altri 30 km per i nostri piedi e gambe! Al bivacco alpino abbiam fatto un'ulteriore sosta per bere un caffè caldo, per riempire il fiasco del vino, e per farci preparare qualche panino con la sopressa. A proposito, l'offerta era libera.
Durante il ritorno abbiam potuto vedere una coppia di marmotte.
A mezzogiorno siam arrivati dove il giorno precedente avevamo pranzato. Tuttavia la pioggia ci ha costretto a limitare la pausa a mezz'ora.
La discesa verso Gallio non è stata più semplice della salita, con le dita dei piedi che incominciavano a farsi sentire e con la pioggia che ogni tanto tornava a disturbarci.
Alle 16:00 eravamo comunque al parcheggio e alle 18:00 a casa.
Gli zaini erano più grandi e pesanti del solito, dovendo portare con noi tenda, sacco a pelo, ricambi e cibo. Il primo tratto è stato caratterizzato dall'attraversamento di verdi pascoli, dove le mucche pascolavano in tranquillità, interrotto brevemente da qualche tratto boscoso.
Giunti alla Malga Longara, ci siam fermati a chiaccherare con la proprietaria, una signora sui sessant'anni molto cordiale. La malga purtroppo non vendeva formaggio.
Continuando il nostro percorso siamo saliti fino al Monte Baldo, dove c'era un'altra malga chiusa. Il tragitto, poi, ha cambiato fisionomia: i verdi prati hanno ceduto il posto a dei boschi di conifere.
Lungo il sentiero abbiamo fatto una breve pausa alla "fontana degli Alpini", quindi a mezzogiorno siamo giunti in prossimità di malga Fiara: prima abbiam fatto una sosta di un paio d'ore adagiati nel prato, dove abbiamo consumato il riso freddo portato da casa e fatto un pisolino; poi ci siam fermati nella malga a prendere una caffè, a riempire la bottiglia di vino e a prendere mezza forma di formaggio.
Purtroppo i prezzi erano abbastanza alti!
Dalla malga abbiam proseguito attraverso la strada sterrata, dove abbiam incontrato alcuni gruppi a cavallo e molte, troppe, auto!
Giunti in prossimità di "piazza delle saline", siamo proseguiti verso piazzale Lozze. Lungo il tragitto abbiamo incontrato una seconda fontana, dove le scritte di lontani scaglioni ci hanno riportato alla mente l'anno passato facendo la Naja.
Verso le cinque e mezza siamo giunti al bivacco Cecchin, gestito dagli alpini, dove ci siam fermati un'ora e mezza per visitare le trincee, la chiesetta, e per mangiare un boccone e bere qualche "goto de moro".
Chiacchierando col personale volontario abbiamo appreso che le varie sezioni degli Alpini stanno portando avanti un programma di recupero delle trincee dell'Ortigara: nel periodo estivo ogni fine settimana un gruppo di volontari sale sull'altopiano e lavora per liberare le trincee dai detriti e dalla vegetazione di mughi.
Una notizia molto positiva!
Proseguendo per un'altra mezz'ora abbiam quindi trovato uno spazio idoneo dove collocare la tenda, appena sotto alle pendici dell'Ortigara: la luminosità stava calando assieme alla temperatura, mentre l'umidità incominciava a bagnare ogni cosa.
Il pasto serale era costituito dal formaggio acquistato alla Malga Fiara, da spaghetti con tonno e funghi.
Infine verso le nove ci siam coricati, accerchiati dai rumori del bosco e coperti da un mare di stelle.
Alle sei del mattino ci siam risvegliati ed abbiamo consumato una sostanziosa colazione, quindi abbiam smontato la tenda e siam saliti sull'Ortigara.
Alle 7:30 eravamo sulla cima: la pace regnava ovunque in un luogo dove novant'anni prima s'era consumata una delle battaglie più cruente.
Lunghi minuti sono trascorsi mentre cercavamo di immaginare come avveniva la battaglia, com'era sottile allora il filo della vita, come pidocchi e gelo abbiano logorato ancor di più i nostri soldati e quelli austro-ungarici.
Infine abbiamo ripreso la strada del ritorno: altri 30 km per i nostri piedi e gambe! Al bivacco alpino abbiam fatto un'ulteriore sosta per bere un caffè caldo, per riempire il fiasco del vino, e per farci preparare qualche panino con la sopressa. A proposito, l'offerta era libera.
Durante il ritorno abbiam potuto vedere una coppia di marmotte.
A mezzogiorno siam arrivati dove il giorno precedente avevamo pranzato. Tuttavia la pioggia ci ha costretto a limitare la pausa a mezz'ora.
La discesa verso Gallio non è stata più semplice della salita, con le dita dei piedi che incominciavano a farsi sentire e con la pioggia che ogni tanto tornava a disturbarci.
Alle 16:00 eravamo comunque al parcheggio e alle 18:00 a casa.
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