Il caso L’associazione «Una voce Verona» reclama spazi. Miglioranzi (Lista Tosi): il Comune mediatore
VERONA – Una chiesa dedicata esclusivamente alla celebrazione della messa secondo il rito tridentino in latino. È quanto chiedono da mesi i tradizionalisti cattolici dell’associazione Una voce Verona, «costretti» a condividere la chiesa di Santa Toscana con la chiesa moderna.
«A Verona si concedono in esclusiva chiese agli eretici e agli acattolici, come il caso di san Pietro Martire con i Luterani - spiegano i tradizionalisti -. Noi abbiamo chiesto alla curia che ci offra la possibilità di una chiesa del centro per celebrare il nostro rito in santa pace». Perché la celebrazione della domenica mattina alle 11 e quelle dei giorni feriali, secondo i tradizionalisti, «sono costantemente disturbate dal rettore di Santa Toscana, don Armando Penna, che sembra trarre soddisfazione dall’ostacolare il nostro culto».
Una comunità di circa duemila anime, quella tradizionalista veronese, che ha già scritto diverse volte al vescovo per chiedere una soluzione concreta. «Ma da monsignor Zenti non abbiamo mai ricevuto risposte e siamo stanchi di questa coabitazione a Santa Toscana che genera continue frizioni», ha protestato il presidente di Una voce Verona, Maurilio Cavedini. Anche l’amministrazione comunale si è mossa per cercare una soluzione. «Ci sono stati incontri tra il vicario generale e alcuni rappresentati dei tradizionalisti - ha detto il consigliere comunale Andrea Miglioranzi, capogruppo della Lista Tosi - Ho partecipato anche io, come organo super partes, perché il volere dell’amministrazione è quello di evitare qualsiasi tipo di frizione all’interno della comunità cattolica veronese». Ma la strada della conciliazione sembra ormai difficile da percorrere. «Abbiamo intenzione di essere presenti a tutti i prossimi incontri pubblici del nostro vescovo per volantinare e ricordargli la nostra situazione», hanno promesso i tradizionalisti.
dal Corriere di Verona 21/10/2009
«A Verona si concedono in esclusiva chiese agli eretici e agli acattolici, come il caso di san Pietro Martire con i Luterani - spiegano i tradizionalisti -. Noi abbiamo chiesto alla curia che ci offra la possibilità di una chiesa del centro per celebrare il nostro rito in santa pace». Perché la celebrazione della domenica mattina alle 11 e quelle dei giorni feriali, secondo i tradizionalisti, «sono costantemente disturbate dal rettore di Santa Toscana, don Armando Penna, che sembra trarre soddisfazione dall’ostacolare il nostro culto».
Una comunità di circa duemila anime, quella tradizionalista veronese, che ha già scritto diverse volte al vescovo per chiedere una soluzione concreta. «Ma da monsignor Zenti non abbiamo mai ricevuto risposte e siamo stanchi di questa coabitazione a Santa Toscana che genera continue frizioni», ha protestato il presidente di Una voce Verona, Maurilio Cavedini. Anche l’amministrazione comunale si è mossa per cercare una soluzione. «Ci sono stati incontri tra il vicario generale e alcuni rappresentati dei tradizionalisti - ha detto il consigliere comunale Andrea Miglioranzi, capogruppo della Lista Tosi - Ho partecipato anche io, come organo super partes, perché il volere dell’amministrazione è quello di evitare qualsiasi tipo di frizione all’interno della comunità cattolica veronese». Ma la strada della conciliazione sembra ormai difficile da percorrere. «Abbiamo intenzione di essere presenti a tutti i prossimi incontri pubblici del nostro vescovo per volantinare e ricordargli la nostra situazione», hanno promesso i tradizionalisti.
dal Corriere di Verona 21/10/2009
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