giovedì 22 ottobre 2009

La Banca del Mezzogiorno: una provocazione intollerabile!

Il disegno di legge per istituire la Banca del Sud si preannuncia una farsa, l'ennesima provocazione nei confronti di quell'Italia che lavora e che produce e che, con enormi sforzi e sacrifici , da piu' di mezzo secolo porta avanti l'economia di tutto il Paese. E, si badi bene, queste affermazioni non costituiscono il pregiudiziale istinto razzista che anima i programmi e le azioni di una ben nota parte politica della maggioranza, ma l'amara constatazione del consueto ed inutile dispendio di capitale statale a sostegno di un progetto che dovrebbe contare su una programmazione ben definita e concertata e non sulla tiepida speranza di una reale ed efficace operatività da parte di istituti di credito cooperativo, di poste e di nuove aziende incentivate allo sviluppo ed all'investimento dalle sovvenzioni centrali. La Banca del Mezzogiorno (come è stata ribattezzata poi in rispetto del
copyright di una banca di Napoli che aveva già adottato il monicker inizialmente previsto) assomiglia maledettamente, nei tratti distintivi ed organizzativi, alla famigerata cassa del mezzogiorno, una fonte di spreco inesauribile di migliaia di miliardi per decenni e costantemente soggetta al controllo da parte delle organizzazioni criminali organizzate. Il ministro Tremonti, promotore dell'iniziativa, sembra non rendersi conto del gravissimo baratro in cui sta gettando risorse indispensabili per il risanamento ed il rilancio di interi reparti produttivi, in un momento cruciale per la nostra economia di traino basata sulle piccole e medie imprese, avventurandosi in un
carrozzone improvvisato che prevede la creazione di infrastrutture al sud per miliardi di euro, senza avere nemmeno un quadro esauriente delle potenzialità e disponibilità delle ditte papabili, dell'affidabilità idro-geologica di un territorio costantemente a rischio, della certezza di riuscire ad evitare l'ingerenza di mafia, camorra e n'drangheta nella partecipazione ad un così lauto banchetto. L'assoluta irresponsabilità dei nostri governanti ci deriva dalla conferma della realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, con i lavori che inizieranno il 23 dicembre di quest'anno per
terminare (forse.) alla fine del 2016, con una spesa prevista (che lieviterà ovviamente e fisiologicamente in maniera esponenziale) di quasi 30 miliardi di euro !!! Una cifra da capogiro che avrebbe permesso di risolvere ben altre priorità, proprio per il Sud, dove si vivono ancora situazioni da terzo mondo, senza linee elettriche, senza strade, senza ferrovie, senza ospedali. Una vera vergogna, che viene sottolineata anche da esponenti di rilievo del centro- destra come i ministri Prestigiacomo e Fitto, assai dubbiosi sulla qualità di interventi (sono parole loro) "che tolgono spazio e risorse per cose ben piu' urgenti nel meridione". A questo punto, i commenti sono superflui, ma non altrettanto inutile deve essere considerata la reazione forte e compatta degli italiani nei confronti di questo vero e proprio abuso di potere, e soprattutto aspra e decisa dovrebbe essere la risposta di quei cittadini del sud, ancora una volta illusi con promesse di opere epocali,
tranne poi dover convivere con la secolare e vagheggiata chimera di un lavoro e con le baracche al posto delle case, in cambio dei voti per permettere a questi signori di fare i loro squallidi interessi. E' giunta l'ora di svegliarsi, senza aspettare la manna dal cielo. Con il coraggio e la forza di accordare fiducia a uomini e forze politiche oneste e capaci. Da subito!

Padova, 20 ottobre 2009
Antonio Ferro Fiamma Tricolore

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