Da anni ormai portiamo avanti il concetto di Vacanze Alternative, idea nata praticamente assieme al Circolo.
Quest'anno meta delle nostre vacanze è stato l'Altopiano di Tonezza del Cimone, in provincia di Vicenza.
Come le zone montane limitrofe, questo territorio fu sede di aspre battaglie durante la prima guerra mondiale, soprattutto in seguito alla "Spedizione Punitiva" organizzata dagli Austro-Ungarici nella primavera del 1916.
Lunedì 13 Agosto ci siamo recati fino al Comune di Tonezza, dove abbiamo lasciato l'auto.
Poco dopo esserci messi in marcia verso sud, abbiamo fatto visita al Cimitero di Guerra Austriaco, sito che si trova in ottimo stato grazie anche alla risistemazione avvenuta nel 2006.
Il sentiero è poi proseguito all'interno del bosco, dove abbiamo trovato molte trincee abbandonate e una struttura rocciosa che con le sue cavità naturali offriva certamente numerosi ripari durante le azioni di guerra.
Al termine del sentiero siamo poi giunti al Sacrario del Cimone.
L'opera giace nelle vicinanze di un cratere che ebbe origine in seguito a una forte esplosione: durante l'assedio alla cima difesa con tenacia dagli italiani, gli austriaci decisero di costruire una galleria sotto le trincee dei difensori; terminata l'opera riempirono la cavità con 14 tonnellate di esplosivo. La detonazione, avvenuta il 23 settembre 1916, aprì un cratere di 50m di diametro e 22 di profondità. Le perdite subite dai reparti italiani in quella giornata e in quelle immediatamente successive ammontarono a 1137.
Nel periodo fascista si decise di creare un sacrario per preservare i resti e la memoria di queste vittime. L'opera venne progettata gratuitamente dall'ingegnere vicentino Thom Cevese (il cui corpo, dopo la morte, venne posto nel Sacrario) e inaugurata nel '29.
Le quattro arcate mostrano gli stemmi di Vicenza e Tonezza, il Fascio Littorio e il Leone di San Marco.
Recentemente le trincee attorno al Sacrario sono state ripulite e la zona permette di immaginare gli stati d'animo che possono aver provato i soldati durante la guerra.
Il giorno dopo ci siamo recati al forte Campomolon, attraverso una camminata di alcune ore. Sia salendo che scendendo abbiamo visto da vicino alcuni branchi di camosci.
Il forte fa parte del programma di difesa messo a punto dal Regno D'Italia agli inizi del 19° secolo.
Purtroppo per terminarlo servivano delle cupole d'acciaio tedesche la cui fornitura venne bloccata dallo scoppio della guerra.
Prima che il forte fosse conquistato dagli austriaci, il sottotenente Paolo Ferraio lo fece parzialmente brillare, perendo nell'esplosione. Una targa ricorda il suo sacrificio e la motivazione della medaglia d'oro in seguito concessagli.
Il forte oggi è stato in gran parte restaurato attraverso il progetto Ecomuseo della Grande Guerra.
Peccato che l'impianto di illuminazione interno non fosse acceso.
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