MEMORIA. Promossa da Azione sociale lungo la strada delle Gallerie
Marcia legionaria
Marcia legionaria
Si considerano i veri eredi della destra sociale italiana, e si affidano alla difesa dell'identità in attesa di trovare un accordo a livello vicentino per entrare assieme ad altri cespugli nel giardino del Popolo delle Libertà, dopo la corsa contro l'ex candidato sindaco Lia Sartori, “rea" di averli esclusi dalle liste delle scorse elezioni comunali . I legionari di Alex Cioni, leader territoriale del partito di Alessandra Mussolini, Azione sociale, hanno riproposto ieri la seconda edizione della “Marcia legionaria" sul Monte Pasubio, in ricordo dei caduti della Grande Guerra. L' itinerario si è snodato da Bocchetta Campiglia lungo la strada delle 52 Gallerie. L'approdo finale è stato l'Arco Romano, dove i militanti di Azione sociale hanno deposto una corona d'alloro. Il manufatto di epoca fascista, celebre per l'iscrizione “Di qui non si passa", costituisce la saldatura ideale del duplice significato che i legionari danno alla marcia: riaffermazione di identità politica e commemorazione di chi donò la vita alla Patria.
Cioni racconta la giornata: «La marcia era legionaria perché non è stata una semplice scampagnata, ma ha avuto una forte valenza politica e spirituale. Abbiamo voluto far conoscere la nostra terra, la storia e le vicissitudini umane che l'hanno attraversata. E ha avuto anche il sapore del recupero della memoria storica in un’Italia ancora troppo legata, per esempio, al mito Resistenziale del Secondo dopo guerra». G.M.MAS.
Cioni racconta la giornata: «La marcia era legionaria perché non è stata una semplice scampagnata, ma ha avuto una forte valenza politica e spirituale. Abbiamo voluto far conoscere la nostra terra, la storia e le vicissitudini umane che l'hanno attraversata. E ha avuto anche il sapore del recupero della memoria storica in un’Italia ancora troppo legata, per esempio, al mito Resistenziale del Secondo dopo guerra». G.M.MAS.
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