mercoledì 3 settembre 2008

Latte Sociale

Genuinità e convenienza: due caratteristiche che negli ultimi anni sono divenute predominanti nella scelta di un prodotto alimentare da parte del cittadino; due caratteristiche che al giorno d'oggi sono sempre più a rischio. La prima è spesso minacciata dal desiderio di facili guadagni: dall'uso intensivo di concimi e diserbanti alla commercializzazione di prodotti scaduti, dalle sementi modificate geneticamente alla "mucca pazza" (che, si ricorda, fu la conseguenza dell'impiego dei resti della macellazione nella produzione di mangimi: il bovino, vegetariano, venne trasformato in cannibale!). La seconda, invece, è divenuta vittima della grande distribuzione, che ha decretato l'allungamento della filiera alimentare (e la cosa in Italia è stata anche più incisiva che all'estero), portando i produttori a guadagnare sempre di meno e i consumatori a pagare sempre di più. Le istituzioni, dal canto loro, hanno quasi sempre manifestato incapacità nell'intervenire contro gli ingiustificati aumenti, che costringono le fascie più povere ad acquistare alimenti di discutibile qualità.
Una delle soluzioni adottate per ritrovare genuinità e conveninenza è il ritorno ad un'abitudine antica: acquistare direttamente dal produttore.
Ne abbiamo già parlato con i mercati a Chilometro Zero: la mediazione diretta tra produttore e consumatore garantisce la conoscenza dell'origine del prodotto, la freschezza dello stesso, e l'assenza di costi addizionali dovuti ai passaggi intermedi tipici della grande distribuzione.
Un alimento fortemente toccato da queste tematiche è il latte: produzione nazionale influenzata da quote europee, contenitori che non indicano l'origine del prodotto, scandali finanziari, ecc. hanno influenzato la qualità ed il costo del latte che compriamo in negozio.
Una soluzione è proposta direttamente da alcuni allevatori: inserire in città dei distributori automatici di latte crudo.


Per capirci meglio vediamo come viene trattato il latte.
Al momento della mungitura, dove presenta una temperatura di 37°C, viene subito abbassato a 4°C e convogliato in contenitori chiusi (altrimenti entro sera diverrebbe acido). Così com'è il latte viene definito crudo e presenta tutte le caratteristiche nutrizionali originali. Lasciato fermo a riposare, la parte grassa (più leggera) sale in superficie formando uno strato di panna. Prima del consumo è dunque consigliabile agitare il contenitore.
In questo stato il latte può essere trasportato nelle latterie, nei caseifici, o nei sopracitati distributori automatici di latte crudo.
Il latte che comperiamo nei negozi (che, per via dei trattamenti, viene detto pastorizzato) può essere suddiviso in due categorie: fresco o a lunga conservazione. Il primo subisce per alcuni secondi l'innalzamento a temperature a circa 70°C: riportato a 4°C, viene inserito nei contenitori e si conserva in frigorifero per 4-5 giorni.
Il secondo subisce un processo (denominato U.H.T.) che porta per qualche secondo il latte alla temperatura di circa 140°C: riportato a temperatura ambiente, viene inserito nei contenitori e si conserva chiuso per circa tre mesi; una volta aperto va invece conservato in frigorifero e consumato entro 4 giorni.
Sia il latte fresco che quello a lunga conservazione possono inoltre subire l'asportazione di parte del grasso (latte scremato e parzialmente scremato).
L'inconveniente di questi processi di lavorazione consiste nell'alterazione del valore nutrizionale del latte, lieve per quello fresco, più consistente per quello a lunga conservazione; quest'ultimo subisce oltrettutto pure una sensibile alterazione del sapore.
Il latte crudo, invece, presenta tutta la carica batterica (che, come nello yogurt, agisce da stimolante per la proliferazione della flora intestinale e per il rafforzamento del sistema immunitario) e le vitamine che contiene appena munto. La digeribilità è superiore a quella del latte pastorizzato.
I distributori automatici vengono riforniti quotidianamente: un contenitore di latte munto in mattinata va a sostituire quello del giorno precedente, il cui contenuto viene impiegato per la produzione casearia; la sicurezza alimentare viene garantita da severe norme igienico-sanitarie.


Noi del Circolo 28 Ottobre, volendo testare sul campo la validità del latte crudo, ci siamo recati al distributore automatico di San Bonifacio, situato accanto al centro commerciale. L'apparecchiatura è affiancata da altre due che distribuiscono rispettivamente bottiglie e prodotti derivati dal latte (formaggi e yogurt). Il tutto è contenuto in una casetta, e la vendita è attiva 24 ore su 24. Tutti i prodotti sono forniti dall'azienda agricola La Corte di Isola Rizza, la quale mette a disposizione un opuscolo che informa esaustivamente sui metodi di produzione, conservazione e distribuzione dei prodotti. Il latte ha un costo di un euro al litro, quindi circa 40 centesimi in meno rispetto al latte fresco dei negozi. Dopo aver introdotto la moneta si apre uno sportellino e si posiziona il contenitore sotto al beccuccio dell'erogatore: il latte inizierà a scendere solo dopo aver premuto il pulsante verde.
Il distributore è frequentato a qualsiasi ora, e la disponibilità di uno spazio per le auto permette l'acquisto in tempi brevi. Al momento dell'assaggio il latte si è dimostrato molto saporito.
Per sapere dove sono dislocati gli altri distributori basta consultare il sito Milkmaps.


Perché Latte Sociale? Perchè questo tipo di vendita elimina le ingiustizie introdotte dalle logiche commerciali odierne, che a fronte di un prezzo spropositato imposto al consumatore, rendono all'allevatore solo le briciole.
Latte Sociale perché si restituisce dignità ad un prodotto che, assieme al pane, rappresenta le fondamenta della tradizione alimentare della terra veneta; terra che, nonostante la forte industrializzazione di questi ultimi decenni, mantiene fortemente interrate le proprie radici rurali.

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