domenica 20 settembre 2009

Difendiamo il nostro latte!

Un articolo apparso sull'Arena di oggi testimonia la triste situazione in cui si trovano gli allevatori nostrani: il latte viene comperato da loro a prezzi da miseria e poi viene rivenduto nei supermercati con aggravi che possono superare il 500%

Latte, firme contro i prezzi troppo bassi
AGRICOLTURA. Gli operatori scaligeri al centro agroalimentare
Gli allevatori: «Pagandoci 27 centesimi al litro? Ma i nostri costi di produzione sono 37 centesimi»


Le stalle da latte sono sempre più in fermento. Venerdì mattina, al centro agroalimentare, un centinaio di allevatori di vacche da latte si sono «autoconvocati» per confrontarsi e determinare il da farsi per il settore. La questione è quella di sempre da qualche mese a questa parte: la scarsa, anzi scarsissima, rimuneratività dell'attività. A fronte dei 34-35 centesimi di euro di costi fissi per produrre un litro di latte, ricevono al massimo fra i 27 e i 29 centesimi al litro. Un prezzo inaccettabile se si considera che non cambia, o cambia di poco, dall'inizio del 2009. Un prezzo che, secondo gli allevatori, porterà «a chiudere le stalle, ad abbattere gli animali e a non produrre più latte italiano per le nostre tavole». Molti, soprattutto gli allevatori della Lessinia hanno proposto di dar vita a iniziative come quelle dei nostri cugini d'oltralpe e di quelli belgi che vogliono arrivare ad ottenere un prezzo alla stalla di 40 centesimi di euro; altri hanno manifestato l'intenzione di abbandonare subito l'attività; altri ancora vorrebbero il rimborso delle somme sborsate per l'acquisto delle quote latte.
«Dopo tanto parlare di tradizione, tipicità, territorio, qualità, marchi d'origine, corretta e salubre alimentazione si rischia di smantellare il più importante e prestigioso comparto della nostra agricoltura e della nostra economia», rimarca Michele Pedrini, allevatore veronese. «Oggi un litro di latte ci viene pagato pochi centesimi che non coprono nemmeno i costi dei mangimi. Non si può produrre latte di qualità a 27 centesimi quando i costi di produzione si attestano a 37 centesimi, mentre il latte sugli scaffali dei supermercati è venduto ad un euro e cinquanta».
L'obiettivo più immediato è interessare in maniera concreta politici ed istituzioni locali, regionali e nazionali, attraverso un manifesto da affiggere nei comuni lattiero-caseari della provincia ed una raccolta di firme, perché intervengano adottando specifiche misure a sostegno del settore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

IL SIG. PEDRINI MICHE LE SI E' DIMENTICATO DI DIRE CHE E' ANCHE LEGALE RAPPRESENTANTE DELLA "BOSCORIONDO IMMOBILIARE SRL" COMMITTENTE DI UN PIANO DI RECUPERO VICINO ALLE SUE STALLE DI MAZZANTICA DI OPPEANO , 100 APPARTAMNETI E CASE A SCHIERA COSTRUITE , VENDUTE UNA SESSANTINA, GUADAGNO STIMABILE IN 10 MILIONI DI EURO. PERO..PERO. SONO COSTRUITE MALISSIMO ,CI SONO INFILTRAZIONI DI ACQUA NEGLI SCANTINATI,MURI STORTI, INTONACI CHE SI DISTACCANO , LA LOTTIZZAZIONE NON E' MAI STATA FINITA E QUANTO FATTO SI STA AMMALORANDO DOPO SOLO 4 ANNI DALLE PRIME COSTRUZIONI . MAIL BELLO E' CHE CI VIVE ANCHE LUI , IL SIG. PEDRINI . VENITE IN VIA AIE A MAZZANTICA DI OPPEANO E VEDRETE CHE BEL SPETTACOLO . UNA SCARPA E UN SOCOLO COME SI DICE A VERONA. SPERIAMO CHE NON CI SIA LA COMPLICITA'................