mercoledì 23 settembre 2009

La critica situazione degli allevatori veneti

ll pianto degli allevatori: «Costretti ai prestiti»

E 100 mila litri di latte finiscono nei campi

LA PROTESTA. Latte sparato nel campi vicino alla Centrale contro i prezzi calati del 35%
- Manifestazione dei Cospa con due autobotti e 150 trattori

Vicenza. È mezzogiorno, la temperatura è altissima. L'odore del latte si propaga ovunque. Le due autobotti sparano verso il cielo, a due passi dall'uscita di Vicenza est, in un campo fresco di trebbiatura dove le pannocchie con i grani dorati sono appena state portate via. Ma c'è poca poesia davanti a tutto quel latte versato, 100 mila litri. C'è da piangere per quei 150 allevatori dei Cospa che si sono radunati da mezzo Veneto con i trattori dei vicentini in testa: «È come prendere una busta paga e buttarla via - tuona Mauro Giaretta che li guida - è un gesto simbolico, ma la situazione è grave e non più sostenibile».
«Ci piange il cuore - aggiunge Antonio Farelli, 35 mucche in lattazione a Costabissara - ma ormai il nostro latte non ce lo pagano più niente». Sfila la protesta dei Cospa nell'ambito dello sciopero europeo del latte per protestare contro il calo del prezzo alla stalla: 28 centesimi il litro contro i 40-42 centesimi di due anni fa. Parte dal Foro Boario e arriva all'ingresso della Centrale del latte. Le aziende si sentono stritolate.

È la storia di Daniele Marin che con due fratelli porta avanti la stalla ad Albettone, 110 mucche da latte che danno 30 quintali al giorno: «Siamo messi male, indebitati. Abbiamo un prestito con la banca per dare da mangiare alle mucche, 4% d'interesse». Succede così: sottopagati rispetto al costo di produzione.
Giampaolo Capparotto ha 100 frisone da cui munge 25 quintali di latte al giorno. E ha dovuto chiedere un prestito di conduzione di 25 mila euro: «Non è facile in questo momento avere soldi e alle mucche devi dare prodotti di qualità, che costano, per avere un buon latte: farina di mais, soia, orzo». È la storia di Tarcisio Costa, 40 vacche da latte a Camisano, produce 6 quintali al giorno: «Due anni fa prendevo anche 35 centesimi, ora siamo fermi a 28». Poi c'è Giovanni Rossi con 50 mucche e un dipendente: «Con questa situazione anche lui è a rischio». In prima fila c'è Luigi Urbani di Bertesina, 50 frisone belle come il sole che sfornano 10 quintali di latte al giorno: «Zaia - dice - non ha rispettato gli accordi elettorali, in più gli industriali importano latte dall'estero e a noi non rimane nulla. La verità? che non siamo capaci di tirare da un mese all'altro».

Giaretta insiste sul latte proveniente dall'estero e dice di sponsorizzare il progetto di Zaia sull'etichettaura del latte per sapere la reale provenienza: «È giusto che sui cartoni che si acquistano al supermercato sia scritta la reale provenienza». Una delegazione dei Cospa è ricevuta prima in Prefettura e poi in Provincia dal vicepresidente Dino Secco e dall'assessore all'Agricoltura Luigino Vascon. «Se da un lato ci sentiamo coinvolti - dice l'assessore - dall'altro siamo amareggiati perché disarmati. Le politiche commerciali che si uniscono in un abbraccio con determinate lobby politico-imprenditoriali stanno stritolando l'agricoltura in ogni suo comparto. Non vi è stagione che non vi sia la vittima».

Dal Giornale di Vicenza di Mercoledì 23 Settembre

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